Il mondo surrealista è irto di leggende. Di bellissime leggende, partorite sovente da quei bellissimi pionieri nelle loro notti senza luna ma piene di lampare. Alcune delle più divertenti o inebrianti, son nate in una biccocca sita in Rue Chaptal, al numero 54, una bicocca sepolta fra sontuosi palazzi, ove ogni notte, tra fiumi di alcool, si celebravano riti magici. Padroni di casa, e cerimonieri, erano Jacques Prévert e Yves Tanguy…Provate a immaginare per un attimo di essere un giovane surrealista invitato in quella casetta, non di marzapane, ma costruita con la materia dei sogni:
Varcate quella soglia, cercando di dimostrarvi il più disinvolto possibile, ma siete costretti, per una frazione di secondo a far ritorno sui vostri passi: un afrore di cibi stantii, di polveri ancestrali, di panni incrostati di sudore, fluttuava nell’aria rendendola giallognola, malata…Vi fate coraggio: avanzate …la stanza nella quale vi trovate è molto grande, anche se non benedetta da una sufficiente illuminazione: i vetri delle due finestre, infatti, sono ricoperti da una gibbosa patina grigiastra che sembra viva, gorgogliante…Un tavolo enorme, occupa con la sua ingombrante presenza, il centro della stanza, impedendo quasi la circolazione: descrivere cosa ospitasse quell’abnorme asse è impresa ardita. Dirò soltanto, per puro spirito “surrealista”, che la prima parola che vi viene in mente sarà “tabernacolo”: un mascherone malamente dipinto con colori accesi, dalle enormi zanne ghignati, troneggia infatti al centro del tavolo, come una qualche divinità pagana da adorare quotidianamente…Attorno ad esso, una selva di candele (per lo più ridotte a stoppini colanti) e di barattoli di vernice…Notate anche una scimmietta di latta ed un oggetto oblungo, forse d’avorio, che per un attimo vi parrà una tibia…Le pareti scrostate dello stanzone sono state “impreziosite” con disegni di ogni sorta: locandine di film, pubblicità di Tabarin dai nomi esotici, cartellonistica da fiera circense, e poi strani ghirigori vergati con mano incerta. Avvicinatevi aguzzando ben bene la vista. Proprio così: più mani (stando almeno a quel mosaico impazzito di calligrafie) hanno vergato con pennelli e chissà cos’altro una rete intricata di aforismi, firme autografe, bizzarri geroglifici composti solo di parole…. Il vostro occhio, oramai avvezzo all’Insolito, guizza a destra e a manca, come per carpire al volo il segreto di ciò che vi pare solo un atto di gratuito vandalismo (Perché imbrattare le pareti della propria casa? Continua a chiedersi la vostra componente razionale, che da alcune ore aveva subito una serie di “knock-out” da cui mai più si sarebbe ripresa…): “L’eternità cerca un orologio da polso”, “Ricorda: gli elefanti son contagiosi!”, “Chi va letto col Papa deve avere i piedi lunghi”… Ma perché lì, qualche surrealista, con il millesimo Martini in mano aveva gridato: “Il cadavere squisito beve il vino nuovo”, spalancando così il Vaso di Pandora del Meraviglioso…

Andrea Bruni




"Non respirare!". In genere quando babbi premurosi consigliano figli presuntuosi, il risultato è: bimbo in apnea per i primi 34 secondi, poi una boccata aperta di aria in entrata ed un mentale "maaaaaavafffffannnnnnn....mmmh...brodetto!!!!!" in uscita.
Analizzando la scena da fuori, si osserva Mark, il bimbo, cianotico e seduto su una poltrona, piazzata difronte alla finestra del salotto di casa Borgotti. Poco distante si vede (e non vede nel contempo) il padre, Dante Borgotti, indaffarato in cucina, anzi, ittero/isterico ed impacciato nel tentativo di domare un principio di incendio.
Dall'odore diresti che è tacchino con patate e probabimente uvetta, mentre dal colore pare essere carbone, probabilmente residuo della calza della scorsa epifania, gentilmente rifiutata da Mark.
La mamma, Fiona Walden, è, o dovrebbe essere, di ritorno dal Nordic walking domenicale, organizzato dal Circolo degli Impiegati (e stanchi) di Lazise. Ancora non torna.
E' in ritardo.
Mark la attende per sapere quando potrà ricominciare a respirare; Dante la attende con ansia (e terrore), confidando che lo sappia aiutare a: A) il carbone - o quello che dovrebbe esservi sotto, essendo ciccia - vada o meno nell'organico.  abbiamo roba in freezer? C) "comunque ci ho provatoooooo, non mi scassaaaaaaare....".
Osservando da lontano quest'angolo di mondo, oserei dire che il quadro della situazione "visibile" è questa.



Ma se mi avvicino l’angolo del quadro esce dal cono ottico e il micro si fa macro,il magro grasso e il sottile spesso . Spesso penso da vicino, che la lontananza stanca e il contatto scalda. Il rosso brucia e il bianco gela. Tutto si amplifica e osservando  una cosa alla volta l’universo si semplifica.
Mi allontano .Ora il quadro è un cubo.



Ma a colpirmi non sono le sue sei facce pitturate o gli otto vertici che fanno del quadro quasi uno scarabocchio sovrapensiero, ma l'incongruenza dei suoi dodici spigoli. Dodici spigoli che formano una livida geometria sulla superficie del mio corpo. Una geometria che non segue regole, che non lascia spazio né al giudizio né alla comprensione. Spalanca invece le porte allo stupore, alla scoperta che l'imperfezione non è un'anomalia o una risposta sbagliata ad un'inutile domanda.



In fondo è come cuocere un  dolce.
Se sbagli l'ingrediente "x" non è detto per forza che il dolce non lieviti o che la crosticina che desideravi non trasluccichi sulla superficie...
Ma cambia la forma e la sostanza.
Mai un dolce si potrà ripetere uguale a quello preparato le volte precedenti.
Diverse le dimensioni delle nocciole tritate a lama di coltello.
Diversa l'intensità della fiamma per sciogliere il cioccolato.
Diversa la forza e l'energia nelle tue mani
Diversa è l'umidità dell'aria
Diverso il tuo umore che condiziona sempre il sapore finale



Quel sapore finale che a sua volta condiziona l' umore del prossimo 
il mio prossimo , il tuo prossimo .
le persone interagiscono e anche se solo impercettibilmente si scambiano , si cambiano-
gli animali seguono lo stesso principio ,
esiste  in particolare una specie di fenicotteri che vive un' incredibile scambio con la fauna con cui si relaziona ,
da quando e' comparsa sulla terra non smette mai di migrare , passati i mesi propizi per la loro crescita ripartono , ma ogni volta per una zona diversa del mondo ,
in volo sopra i monti del nepal con piume tigrate , becco affilato e artigli duri come il diamante ,
completamente neri appesi a testa in giu' in profonde grotte indonesiane,
tendenti all' oro a mollo immobili nelle sorgenti termali giapponesi ,
i suoi canti sono sempre in completa mutazione ,
possono liberare dai parassiti gli immensi elefanti africani ,
come diventare degli spietati predatori  ,
costruire tane , dighe di ogni tipogia o fare da sentinella per gli altri animali ,
verra' anche per l' uomo l' era del fenicottero nomade .